Intelligenza Artificiale Collettiva bio-ispirata

Siamo esseri programmati, intelligenti ma programmati, solo che il nostro sistema di programmazione è il DNA, un sistema evolutivo con oltre 3.500 milioni di anni di apprendimento automatico.

La natura da tempo ispira gli esseri umani, non c’è dubbio che Leonardo Da Vinci sia stato in questo senso un grande precursore. Anche se i più antichi documenti conosciuti sull’ispirazione che l’uomo trae dalla natura risalgono a più di 40.000 anni fa – basta pensare alle caverne di Lascaux o Altamira, quando l’uomo primitivo era già dotato di senso artistico – non c’è stato nella storia dell’arte artista, più o meno geniale, che ad un certo punto della sua evoluzione non abbia trovato ispirazione dalla natura.

Ma Leonardo è stato colui che ha detto che “al di fuori della natura non c’è nulla e altre ricerche sono inutili…” e che la perfezione e l’eleganza da essa esibite la rendono un modello aspirazionale per l’essere umano, imperfetto per definizione…

E questa è l’Intelligenza Artificiale (AI), un modello che imita l’imperfezione del pensiero umano, e quindi deve essere fallibile, sociale, bio-ispirato ed evolutiva … (se si identifica una soluzione fallibile ed esatta, ovvero un algoritmo, non è AI). Ed è consigliabile applicarla.

L’importanza dell’apprendimento

L’intelligenza naturale o artificiale richiede l’apprendimento, in modi diversi, per lo più euristici, come ad esempio l’imitazione della natura, che ha perennemente coinvolto l’essere umano, e ogni volta, sempre più i comportamenti sociali e, ovviamente, il bene comune.

Noi di KNOWDLE GROUP lavoriamo dal 2011 (il 2 aprile abbiamo avviato questo processo evolutivo di apprendimento) studiando e imparando dai nostri errori.

È importante comprendere l’intelligenza collettiva non come ciò che ci rende uguali, bensì come ciò che ci integra e ci rende migliori insieme. “Quello che tu sai che io non so, e cosa io so che tu non sai”, questa è la sintesi del nostro metodo.

Come ben dice Rafael Yuste, direttore del Brain Project negli Stati Uniti, non si può capire il cervello dal funzionamento di un singolo neurone, o non si riesce a capire un’immagine con un singolo pixel.

Il modello alla base del nostro approccio

Il nostro modello interpretativo della conoscenza è essenziale affinché il risultato della nostra intelligenza artificiale collettiva bioispirata ricordi da vicino il meccanismo della decisione umana. Ognuno di noi, secondo tutti gli studi del settore, arriva a prendere più di 35.000 decisioni consapevoli ogni giorno, e il 90% di tali decisioni sono di tipo collettivo, cioè influenzate da altri esseri umani, che siano i nostri amici, le nostre famiglie o i nostri colleghi.

La natura stessa ha un impatto altrettanto forte su quelle decisioni Un esempio per tutti è quello del clima, che influenza persino il nostro umore. Noi non prendiamo le stesse decisioni quando c’è il sole o piove, quando fa freddo oppure caldo.

E poi occorre tener conto della motivazione, un altro elemento umano che alimenta la differenziazione. Non c’è una decisione giusta senza la motivazione adeguata.

Dal punto di vista concettuale, sembra tutto molto semplice, ma di fatto cela una complessità notevole.

A KNOWDLE abbiamo sviluppato un’architettura in grado di apprendere e di automatizzare processi complessi che assomigliano al comportamento umano. E impara dalle sue decisioni. E dalle sue motivazioni. Si basa su cosa ci influenza, specialmente su coloro che ci influenzano.

“L’unica cosa che non abbiamo ancora riprodotto è la creatività, quell’abilità umana che gli umani possiedono in un modo tale da contraddistinguerli. E non ci sono robot che siano ancora in grado di riprodurla. L’impiego dell’AI dovrebbe consentire all’essere umano il tempo per dedicarsi alle attività più ricche di soddisfazioni e meno noiose, per lasciare da parte i lavori pericolosi, tediosi, noiosi e perché no ‘sporchi’, nel senso più ampio dell’espressione.”

L’Intelligenza Artificiale non è infallibile, ma può essere ispirata all’etica e soprattutto tendere alla massimizzazione del bene comune

E se a tutto questo mare magnum di sistemi complessi aggiungiamo il bene comune, ci avviciniamo all’etica, a quello spazio in cui l’effetto o l’impatto delle nostre decisioni sul nostro ambiente sia benefico (o almeno sia il meno dannoso possibile). In KNOWDLE abbiamo progettato un ambiente decisionale che include tutti questi elementi con notevole efficienza.

Un mondo che continuerà a migliorare nei prossimi anni aggiungendo obiettivi ai meccanismi decisionali. Un’altra imitazione della natura umana. La nostra motivazione si riflette sempre nei nostri obiettivi. E le decisioni che ci avvicinano o allontanano da loro.

L’AI non è algoritmi, anche se aiutano, non è una rete neurale, sebbene siano utili in alcune delle loro sfaccettature, non è infallibile, sebbene cerchi di avvicinarsi all’infallibilità, ma soprattutto è apprendimento, spiegazione e verifica, dei risultati e del suo impatto. Una sfida, che non è nuova, ma che ora, come KNOWDLE, ha un futuro incredibile ed emozionante da sviluppare.